Raccontaci la tua passione per l'Inter e vinci la maglia neroazzurra!

denniBrozo

Fuoriclasse
  Bannato
passione per l'Inter ereditata da mio padre che a sua volta l'aveva ereditata da mio nonno.. lui era "semplicemente" tifoso, lavorando in campagna non ha mai potuto permettersi di andare anche solo una volta a Milano.. già con mio padre fu diverso, era una passione più accesa e grazie anche alle diverse disponibilità economiche quando ebbi l'età giusta 1-2 volte all'anno a Milano mi ci portava, ricordo ancora la mia prima partita: Inter Parma 3-1 della stagione 96/97.. primo gol in serie A di Hernan Crespo per il Parma con la doppietta di Bum Bum Zamorano e il gol del capitano a ribaltare il risultato..

poi arriviamo a me, decisamente il più fuori di testa dei 3, che ha tutte le maglie a partire dalla stagione 1999/2000 (maglia proprio di Zamorano con l'1+8), che nonostante i 400km di distanza almeno 4-5 volte all'anno va a San Siro e che (purtroppo) se l'Inter perde o pareggia rimane inca**ato un giorno intero..

da piccolo fu difficile, alla fine degli anni 90 era sempre un Milan o Juve, Juve o Milan, poi addirittura vedo alzare lo scudetto alla Lazio e alla Roma e non vi dico le prese in giro dopo il 5 maggio 2002.. anche se ho sempre trovato assurdi i bambini che un anno tifavano Milan (quando casualmente vinceva il Milan) e l'anno dopo li vedevo far educazione fisica con la maglia di Zidane (sempre casualmente diventavano juventini quando la Juve vinceva)..

però sono sempre orgoglioso della mia Inter, sia nel 1998 che nel 2002 si capiva che c'era qualcosa sotto, che alcune cose andavano contro la logica umana ma nulla di tutto ciò ha scalfito il mio amore per questi colori..

il giocatore preferito sicuramente Dejan "Il drago" Stankovic.. già il fatto di aver scelto l'Inter nonostante le avance della juventus me lo fece stare simpatico ai tempi del suo acquisto poi con le prestazioni mi ha totalmente conquistato.. forte fisicamente, correva dal 1° al 95° senza mollare 1cm, abile a mandare in porta i compagni e fenomenale nel scardinare la porta da 30 metri con tiri al fulmicotone..

la partita che ricordo è banale ma è senza dubbio Inter-Bayern 2-0 del 22/05/2010.. non so perché ma avevo la certezza che l'avremmo portata a casa, dopo aver battuto Chelsea e Barcellona non era possibile che il Bayern potesse toglierci questo sogno.. eravamo davanti alla tv io e mio padre, al primo gol di Milito esultanza sentita ma contenuta.. al miracolo di JC su Muller gran sospiro di sollievo e 5 anni persi a testa.. al secondo gol di Milito esplodiamo di gioia urlando a squarciagola con mia mamma che ci guarda come per dire "ma come siete messi?!".. al fischio finale lui prende la trombetta da stadio ed esce sul balcone a urlare, io come un cogl*one a piangere davanti alla TV a guardare tutti i giocatori che esultano e piangono..
ti giuro io quella finale, e non sto scherzando, l'ho guardata con la stessa enfasi di un amichevole...dal triplice fischio a Barcellona ero sicuro che avremmo vinto. difatti in barba alla scaramanzia ci scommisi pure su..
 
M

Melez90

Guest
Buongiorno ragazzi , mi chiamo Manuel Mele vengo da Melendugno in provincia di Lecce , la mia storia è una storia piena d'amore e di passione iniziata fin da piccolo , indirizzato da mio papà che non mi faceva entrare a casa se prima non gridavi FORZA INTER . Poi la passione è diventata un tatuaggio sulla pelle e adesso l'amore per l'Inter è diventato qualcosa di incredibile. Trasferte , chilometri e chilometri partendo da Lecce fino a Milano anche con la neve . La partita che più ricordo con amore è stata la semifinale di ritorno Barcellona - Inter .i ricordo che al fischio finale comincia a piangere come un bambino avendo per la prima volta la consapevolezza che saremmo diventati la squadra più forte d'Europa e del mondo. E così fu . Io amo l'Inter e l'America per sempre.
 
Diventato interista a 6-7 anni,intorno al 1992 perchè mi piaceva il colore della maglia....ma i primi tempi il calcio non lo seguivo..ho iniziato a seguirlo nel 1997 con l'arrivo di Ronaldo...
 
G

Gabbo

Guest
Ho 12 anni e sono andato 2 volte allo stadio, ma ho visto moltissime partite da casa mia. Tifo Inter da sempre e ho iniziato a guardare le partite dal 2012. L'ultima volta che sono andato allo stadio era Inter 0-0 Lazio 30/12/2017 con mio papà. Conosco anche Padelli e D'Ambrosio.Forza Inter sempre
 

dodotella

Prima squadra
Ho 12 anni e sono andato 2 volte allo stadio, ma ho visto moltissime partite da casa mia. Tifo Inter da sempre e ho iniziato a guardare le partite dal 2012. L'ultima volta che sono andato allo stadio era Inter 0-0 Lazio 30/12/2017 con mio papà. Conosco anche Padelli e D'Ambrosio.Forza Inter sempre

Ragazzo, sei proprio fortunato! Io a Sin Siro ci sono arrivata a 30 anni. Ero impazzita... salì sull'aereo contro il parere di tutti. Ma stavo andando a vedere l'Inter, a Milano, contro la Juve.. e di loro non me ne poteva fregare di meno! :)
 
Interista dalla nascita anche se ho cominciato a seguire e "capire" il calcio nel 1998. Avevo 7 anni e si, è stato proprio nel maledetto anno del fallo da rigore su Ronaldo che cominciò tutto. Lui è stato il mio primo idolo del quale custodisco la maglia gelosamente, maglia che mi fu regalata proprio da mio padre, una sera tornò a casa e disse "questa è la maglia più bella del mondo e dietro c'è il nome del giocatore più forte del mondo". Papà ha vissuto i tempi della Grande Inter di Herrera, non poteva non trasmettere la sua passione anche a me. Dal 98 in poi è stato un susseguirsi di emozioni e di lacrime, non dimenticherò mai quel maledetto 5 maggio, mi chiusi in bagno a piangere per tutto il pomeriggio, capii che eravamo destinati a lottare contro i poteri forti e questo rafforzò ancora di più la mia passione. Ho avuto tanti giocatori preferiti, quasi tutti i "numeri 9", da Ronaldo a Ibra passando per Bobo Vieri (per lui c'è stato un amore folle), ma se dovessi sceglierne uno in assoluto direi Milito. Può sembrare banale ma quel triplete deciso dai suoi gol nelle 3 finali è stato un misto di emozioni che non dimenticherò mai, la folle notte di Madrid (io ero in piazza Duomo) rimarrà negli occhi e nel cuore di tutti noi per sempre. Però la partita il cui ricordo mi mette i brividi è assolutamente quella del Camp Nou, la sconfitta più bella della mia vita semicit. Non penso sia da spiegare il motivo, quella è stata ancora più emozionante dell'andata, quella è stata la partita che ci ha consegnato la Champions. Ricordo che mio padre non vide gli ultimi 20 minuti perchè non riusciva più a reggere la tensione, sul gol di yaya toure (poi annullato) rimasi senza fiato per una decina di secondi e comunque faticai a riprenderlo perchè era troppa l'ansia, non passavano mai quei minuti finali. Al fischio finale avvisai mio padre e cominciammo ad abbracciarci e ad andare in giro per casa a saltare ed urlare, non ho mai provato emozioni così forti. No, non è solo un gioco, l'Inter è un qualcosa di mistico, un qualcosa di speciale, non provate a spiegarlo agli altri, non capirebbero.
 
Ciao a tutti, prima di parlare della mia storia nerazzurra, vorrei ringraziarvi tutti, perchè leggendo i vostri racconti mi sono emozionato ed ho i peli sulle braccia alti così. Siamo fratelli, grazie davvero a tutti.

Io sono nato in una famiglia di interisti (a casa dei miei nonni al posto dei quadri c'erano i poster della Grande Inter, tutti i miei cugini hanno il nome di battesimo in onore di un giocatore dell'Inter, io stesso a pochi mesi di vita sono finito sulla rivista ufficiale dell'Inter con in mano la mia prima tessera InterClub) e quindi io non ho scelto di essere interista, io SONO interista.
Ma la vera passione, la malattia e la dipendenza sono nate solo nella stagione 1995/96, all'età di 7 anni. Da allora ho iniziato a seguire tutti i giocatori, le partite, ho iniziato le collezioni di oggetti, delle maglie, ad allora risalgono le prime volte a San Siro con papà (grazie)...
Da allora migliaia di ricordi, di emozioni, di lacrime, di trasferte, di amicizie...
Ringrazierò per sempre mio padre per avermi dato la possibilità di essere orgoglioso SEMPRE della mia squadra. Lo ero da bambino, quando i miei amichetti indossavano le magliettine delle squadre "vincenti", lo sono stato nei momenti difficili, lo sono stato (con le lacrime agli occhi) quando abbiamo realizzato QUEL sogno, QUELLA notte... e sempre lo sarò.

Di giocatori ne sono passati tanti, e alcuni sono rimasti nel cuore. Inutile citarli tutti, quelli che hanno davvero amato l'Inter lo sappiamo e li avete citati voi (ragazzi, non dimentichiamoci però del grande Ivan Ramiro Cordoba... uomo vero, e grande cuore nerazzurro).
Se devo sceglierne uno solo (quanto è dura) allora mi faccio aiutare da una data in particolare, il 19/11/1995. In quella che è stata la mia prima volta al Meazza (Inter-Udinese 2-1...che emozione!e che tonfo allo stomaco quando dall'imbocco del secondo anello mi si è aperta quella vista...) mi sono innamorato a prima vista di una giovane e funambolica ala argentina che dribblava tutti su quella fascia destra... quel ragazzo che, allora, non era nient'altro che uno dei tanti, una promessa...
E' lo stesso ragazzo,poi uomo, che con il numero 4 sulle spalle e la fascia di capitano al braccio, ha onorato i nostri colori e la nostra società per tantissimi anni. Ha sofferto con noi ed ha meritato con noi...

La partita che ricordo? Come per i nostri giocatori, la scelta è quasi impossibile. Resto legato a molte partite viste da bambino (Spartak Mosca, le sfide con Real e Manchester in Champions), da adolescente (le sfide col valencia...), un pò di derby negli anni belli (i gol di deki...), le notti di quella Coppa, la finale col Mazembe (l'unica partita vista in vita mia con TUTTA la famiglia al completo a casa dei nonni... bei tempi)...
...ma in questo momento sto pensando a Bayern-Inter del 2011, perchè ricordo esattamente le emozioni che ho provato al fischio finale, dopo il gol di Pandev.
Ero sul divano con papà e, in preda a un misto di disperazione ed euforia, gli ho chiesto, urlando: "Papà, perchè mi hai fatto interista?".
Mi sono messo a piangere (era troppo lo stress, era troppa la gioia) e ci siamo abbracciati.
Ogni tanto me lo ricorda.
 
P

Pierfrancesco87

Guest
Ero piccolo, poco più che bambino; andavo a scuola con la cartella più grande delle mie spalle e giocavo per strada a pallone sbucciandomi le ginocchia come tutti, ma non capivo molto di calcio. I miei compagni di scuola mi chiedevano “tu di che squadra sei?” Mi prendeva quasi il panico, davvero: a casa mia non si vedevano le partite, solo mio fratello più grande seguiva il Napoli ricordando le gesta di Maradona. Io non avevo deciso, non sapevo cosa tifare in realtà: è vero, nel Sud non si tifavano molto le squadre locali, specialmente da bambini, si tifavano le squadre del Nord, quelle forti: molti il Milan di Weah, ancor di più la Juventus di un giovane Del Piero, Baggio e Vialli, qualcuno il Parma delle meraviglie in Coppa UEFA e, in pochi, l’Inter.
Andai da mio zio che seguiva le partite, aveva persino la “parabola” quasi un lusso a quei tempi. Più che un consiglio gli chiesi proprio quale, secondo lui, dovesse essere la mia squadra, non mi rispose: mi disse resta con me e vediamo una partita insieme. Non ricordo bene contro chi giocasse, sono passati più di 20 anni, ma non potrò mai dimenticare quella maglia, quei colori, quella passione… il nerazzurro era entrato e stampato sul mio cuore, non mi importava che a scuola mi prendessero in giro, “L’Inter? Ma l’Inter non vince mai!”, a me piaceva, la sentivo vicina, che lottava, un po’ pazza, spesso sfortunata, ma alla fine che ci crede sempre, e a volte ce la fa… Vince! Così sono cresciuto amando questi colori, versando lacrime di dolore e di gioia dal ’96 al 2018, senza mai rinunciare alla mia fede, nonostante il Napoli del bel gioco o lo straordinario Benevento in A che han fatto cambiare maglia a molti amici: io ce l’ho cucita addosso, me la potete levare solo strappandomi la pelle.

Il giocatore che preferito è sempre difficile da scegliere, ci sono stati quelli che hanno segnato ogni stagione in modo diverso, da Ronaldo a Milito, però io ho avevo un vero amore per Zamorano e Ivan Cordoba, li ricordo sempre affettuosamente per il loro attaccamento e spirito di sacrificio: il primo è stato la grande speranza prima di Ronaldo, il grande campione che faceva sognare i bambini e che doveva far rinascere la grande Inter; il secondo sarà per sempre il capitano silenzioso, grande uomo fuori e dentro dal campo, mettendo al primo posto solo e sempre il bene della squadra.

La partita che ricordo di più è il ritorno di Champions contro il Barcellona nel 2010. Era il compleanno di mia sorella, potei seguire su video solo il primo tempo, poi dovevamo uscire con tutte le mie cugine per festeggiare i suoi 21 anni. Io ero distrutto, avrei voluto seguire a tutti i costi quella partita: in 10, ingiustamente, e soffrendo contro la squadra dei marziani. Sarebbe stato troppo bello andare in finale dopo tutti quegli anni, doveva essere nostra e dovevo seguire quella partita! Rimasi in silenzio tutta la sera, con le cuffiette a seguire la radiocronaca dalla radio del cellulare del secondo tempo in un risto-pub in centro a Roma (non c’era senza neanche un televisore!!!) Mia sorella nera, le mie cugine non credevano che potessi alienarmi tanto, non dissi una parola tutto il tempo finché non piansi lacrime di liberazione (è finita!!!). Loro erano quasi incredule, solo l’ex fidanzato di una mia cugina, laziale, disse: “lasciatelo stare, non potete capire cosa vuol dire!”. Il resto è storia…
 
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