Il Cineforum di Interfans

Complesso e affascinante da un punto di vista visivo, anche se lo trovo legato troppo a doppio filo al mondo occulto di Crowley piuttosto che a tematiche di tipo esoterico.

Questi doppi livelli di lettura, credo, facciano spesso parte di ricerche soggettive degli autori e richiedono di essere comprese senza poterlo essere fino in fondo. Per cui si aprono ad interpretazioni a loro volta soggettive ed inutili.

Trovo che l'arte non debba essere né compresa né spiegata in sostanza.
Preferisco quel "non volersi fare capire" di Lynch, che ha un significato diverso, perché più unitario rispetto alle suggestioni visive. Come dire che è l'immagine stessa o l'associazione di una o più immagini che dà vita ad altro. Come avviene tra le parole nella poesia.

Alcuni fotogrammi della parte centrale poi, in maniera assolutamente primitiva quanto ad associazione visiva, mi ricordavano Picnic ad Hanging Rock, che chiaramente è venuto dopo.

Invece ritrovo una cosa che mi inquieta ed affascina spesso nei film che è la ciclicità: l'apertura e la chiusura con la stessa immagine e la stessa musica che ritroviamo ad inizio e conclusione del film, mi riportano, ad esempio, a "L'inquilino del terzo piano" di Polanski o "Fuori orario" di Scorsese.
Nei quali però il "ciclo" è trattato come elemento esistenziale, parte della trama.
Qui è chiaramente tutto in chiave sperimentale.

Grazie della visione! ;)
 
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Complesso e affascinante da un punto di vista visivo, anche se lo trovo legato troppo a doppio filo al mondo occulto di Crowley piuttosto che a tematiche di tipo esoterico.

Questi doppi livelli di lettura, credo, facciano spesso parte di ricerche soggettive degli autori e richiedono di essere comprese senza poterlo essere fino in fondo. Per cui si aprono ad interpretazioni a loro volta soggettive ed inutili.

Trovo che l'arte non debba essere né compresa né spiegata in sostanza.
Preferisco quel "non volersi fare capire" di Linch, che ha un significato diverso, perché più unitario rispetto alle suggestioni visive. Come dire che è l'immagine stessa o l'associazione di una o più immagini che dà vita ad altro. Come avviene tra le parole nella poesia.

Alcuni fotogrammi della parte centrale poi, in maniera assolutamente primitiva quanto ad associazione visiva, mi ricordavano Picnic ad Hanging Rock, che chiaramente è venuto dopo.

Invece ritrovo una cosa che mi inquieta ed affascina spesso nei film che è la ciclicità: l'apertura e la chiusura con la stessa immagine e la stessa musica che ritroviamo ad inizio e conclusione del film, mi riportano, ad esempio, a "L'inquilino del terzo piano" di Polanski o "Fuori orario" di Scorsese.
Nei quali però il "ciclo" è trattato come elemento esistenziale, parte della trama.
Qui è chiaramente tutto in chiave sperimentale.

Grazie della visione! ;)
Grazie, in genere,la ciclicità di apertura e chiusura si intravede anche nei gialli,per esempio le riproduzioni di agatha cristie, con poirot, ma anche miss marple. In cui le scene di apertura, se attenti fanno già capire, o intuire chi possa essere l'assassino. Ma non solo,comunque, anche in altri generi. Sempre di polanski, il film pirati. Cui si apre e chiude con una stessa stesura, sia musicale che interpretativa. " ranocchio! ingrassa,ingrassa!" ,che si ricollega al principio.sempre piaciuto come sistema ciclico.
 
Grazie, in genere,la ciclicità di apertura e chiusura si intravede anche nei gialli,per esempio le riproduzioni di agatha cristie, con poirot, ma anche miss marple. In cui le scene di apertura, se attenti fanno già capire, o intuire chi possa essere l'assassino. Ma non solo,comunque, anche in altri generi. Sempre di polanski, il film pirati. Cui si apre e chiude con una stessa stesura, sia musicale che interpretativa. " ranocchio! ingrassa,ingrassa!" ,che si ricollega al principio.sempre piaciuto come sistema ciclico.
Capisco quello che vuoi dire, pur non essendo esperto del genere giallo. Il cerchio è forse l'archetipo più utilizzato, non solo nei vari rituali pagani, ma anche nel linguaggio cinematografico e delle arti. Polanski di certo ne era affascinato.

So poco di questo film di Anger, nello specifico. Ma in questo caso mi hanno detto essere replicato nell'opera un rituale occulto, probabilmente ispirato o appartenente alla setta di Crowley. Non so se la ciclicità è parte di questo rituale, ma mi fermo perché sono cose che non conosco.

E tra l'altro l'autore della colonna sonora era in carcere perché implicato nel famoso omicidio legato alla setta di Charles Manson.

Di certo questo film è a tutti gli effetti da considerarsi tra le grandi pellicole maledette.
 
Complesso e affascinante da un punto di vista visivo, anche se lo trovo legato troppo a doppio filo al mondo occulto di Crowley piuttosto che a tematiche di tipo esoterico.

Questi doppi livelli di lettura, credo, facciano spesso parte di ricerche soggettive degli autori e richiedono di essere comprese senza poterlo essere fino in fondo. Per cui si aprono ad interpretazioni a loro volta soggettive ed inutili.

Trovo che l'arte non debba essere né compresa né spiegata in sostanza.
Preferisco quel "non volersi fare capire" di Linch, che ha un significato diverso, perché più unitario rispetto alle suggestioni visive. Come dire che è l'immagine stessa o l'associazione di una o più immagini che dà vita ad altro. Come avviene tra le parole nella poesia.

Alcuni fotogrammi della parte centrale poi, in maniera assolutamente primitiva quanto ad associazione visiva, mi ricordavano Picnic ad Hanging Rock, che chiaramente è venuto dopo.

Invece ritrovo una cosa che mi inquieta ed affascina spesso nei film che è la ciclicità: l'apertura e la chiusura con la stessa immagine e la stessa musica che ritroviamo ad inizio e conclusione del film, mi riportano, ad esempio, a "L'inquilino del terzo piano" di Polanski o "Fuori orario" di Scorsese.
Nei quali però il "ciclo" è trattato come elemento esistenziale, parte della trama.
Qui è chiaramente tutto in chiave sperimentale.

Grazie della visione! ;)

In realtà i film di Lynch sono abbastanza semplici da analizzare, una volta trovato il bandolo della matassa: è quello che li rende geniali, non lo accosterei ad Anger che ha sempre fatto sperimentalismo puro, gioca un campionato a parte

Il cinema puzzle alla Cloud Atlas non ha mai intrigato troppo neanche me
 
In realtà i film di Lynch sono abbastanza semplici da analizzare, una volta trovato il bandolo della matassa: è quello che li rende geniali, non lo accosterei ad Anger che ha sempre fatto sperimentalismo puro, gioca un campionato a parte

Il cinema puzzle alla Cloud Atlas non ha mai intrigato troppo neanche me
Sì, chiarissimo, ma quello che intendevo dire è che ho trovato sempre un po' forzate queste messinscena, per quanto apprezzi moltissimo invece la costruzione visiva del film.

Il fatto che Anger stia lì a dire che si tratta di un vero rituale, dove è stato usato vero sangue umano ed erano presenti veri "sacerdoti occulti" mi sa soprattutto di marketing, ma anche di quell'elitarismo intellettuale, settario, appunto, che nulla ha a che vedere con l'arte.

È per questo che non ho mai amato opere come "La montagna sacra", ad esempio.

I film di Lynch li trovo più"surrealisti", passami il termine. Forse non hanno neppure bisogno che si debba trovare il famoso "bandolo della matassa" per brillare di luce propria, in quanto indipendenti per suggestioni visive e potenza dell'immaginazione.

Li puoi cogliere, sentire, apprezzandoli ugualmente, senza dover scarnificare il progetto per sciogliere tutti i nodi presenti nella trama, se vuoi.

Ricordo i primi corti di Lynch, raccolti in un DVD che mi prestarono molti anni fa. Da lì emergeva chiaramente la sua formazione artistica. Non era un ingegnere, ma un visionario dell'immagine.

Se come ho letto sei anche tu un grande appassionato di Chaplin, puoi capire bene cosa sia per me il cinema. :)
 
Sì, chiarissimo, ma quello che intendevo dire è che ho trovato sempre un po' forzate queste messinscena, per quanto apprezzi moltissimo invece la costruzione visiva del film.

Il fatto che Anger stia lì a dire che si tratta di un vero rituale, dove è stato usato vero sangue umano ed erano presenti veri "sacerdoti occulti" mi sa soprattutto di marketing, ma anche di quell'elitarismo intellettuale, settario, appunto, che nulla ha a che vedere con l'arte.

È per questo che non ho mai amato opere come "La montagna sacra", ad esempio.

I film di Lynch li trovo più"surrealisti", passami il termine. Forse non hanno neppure bisogno che si debba trovare il famoso "bandolo della matassa" per brillare di luce propria, in quanto indipendenti per suggestioni visive e potenza dell'immaginazione.

Li puoi cogliere, sentire, apprezzandoli ugualmente, senza dover scarnificare il progetto per sciogliere tutti i nodi presenti nella trama, se vuoi.

Ricordo i primi corti di Lynch, raccolti in un DVD che mi prestarono molti anni fa. Da lì emergeva chiaramente la sua formazione artistica. Non era un ingegnere, ma un visionario dell'immagine.

Se come ho letto sei anche tu un grande appassionato di Chaplin, puoi capire bene cosa sia per me il cinema. :)
Aaah il cinema muto :love: Basico, ma quella semplicità delle idee ,fantastico. Tra l'altro sono anni che cerco un film,visto da bambino, diviso in 2 parti,la prima in muto,e la seconda con il sonoro. Ed era un capolavoro assoluto. Trattava tutto il processo che era avvenuto nel cinema, con problemi etc il passaggio muto/ sonoro. Con gli attori che chiaramente si erano trovati in grossissima difficoltà, nel cambiare approccio. Peccato che non ricordo più il titolo :cry:
 
Sì, chiarissimo, ma quello che intendevo dire è che ho trovato sempre un po' forzate queste messinscena, per quanto apprezzi moltissimo invece la costruzione visiva del film.

Il fatto che Anger stia lì a dire che si tratta di un vero rituale, dove è stato usato vero sangue umano ed erano presenti veri "sacerdoti occulti" mi sa soprattutto di marketing, ma anche di quell'elitarismo intellettuale, settario, appunto, che nulla ha a che vedere con l'arte.

È per questo che non ho mai amato opere come "La montagna sacra", ad esempio.

I film di Lynch li trovo più"surrealisti", passami il termine. Forse non hanno neppure bisogno che si debba trovare il famoso "bandolo della matassa" per brillare di luce propria, in quanto indipendenti per suggestioni visive e potenza dell'immaginazione.

Li puoi cogliere, sentire, apprezzandoli ugualmente, senza dover scarnificare il progetto per sciogliere tutti i nodi presenti nella trama, se vuoi.

Ricordo i primi corti di Lynch, raccolti in un DVD che mi prestarono molti anni fa. Da lì emergeva chiaramente la sua formazione artistica. Non era un ingegnere, ma un visionario dell'immagine.

Se come ho letto sei anche tu un grande appassionato di Chaplin, puoi capire bene cosa sia per me il cinema. :)

Non sarei così drastico su Anger, anche perché una definizione univoca di cosa sia arte è pressoché impossibile da dare. Chiaramente sono film che vanno vissuti con approccio esclusivamente intellettuale, l'appagamento sta puramente lì, poi a me come a te non basta o comunque non è l'unica cosa che andrebbe cercata con l'arte. Però va bene anche quello, penso agli esperimenti di animazione geometrica al computer di John Whitney Sr. coi vari Matrix I, Matrix II, Matrix III negli anni Settanta, le varie permutazioni etc. E' arte anche quella? Secondo me sì, anche se l'approccio è completamente diverso da quello con cui si guarderebbe Tempi Moderni o Una storia vera (che, comunque, preferisco e preferirò sempre)

Lo sperimentalismo può a volte combinarsi con la poesia e l'emozione ma succede pochissime volte. Penso per esempio a quello che secondo me è il più grande film d'animazione di tutti i tempi, cioè Fantasia di Walt Disney, che nel 1940 era pura avanguardia (anche solo per l'audio stereofonico in un'epoca in cui tutti i film uscivano in mono) ma che anche oggi è una gioia per gli occhi e le orecchie da essere semplicemente fuori scala, una roba monumentale che sembra venire direttamente dal Paradiso

Aaah il cinema muto :love: Basico, ma quella semplicità delle idee ,fantastico. Tra l'altro sono anni che cerco un film,visto da bambino, diviso in 2 parti,la prima in muto,e la seconda con il sonoro. Ed era un capolavoro assoluto. Trattava tutto il processo che era avvenuto nel cinema, con problemi etc il passaggio muto/ sonoro. Con gli attori che chiaramente si erano trovati in grossissima difficoltà, nel cambiare approccio. Peccato che non ricordo più il titolo :cry:

Cavolo, vorrei vederlo anch'io.
Comunque il film più bello che tratta quel periodo lì è Singin' in the rain, ma io ho un debole per i musical
 
Non sarei così drastico su Anger, anche perché una definizione univoca di cosa sia arte è pressoché impossibile da dare. Chiaramente sono film che vanno vissuti con approccio esclusivamente intellettuale, l'appagamento sta puramente lì, poi a me come a te non basta o comunque non è l'unica cosa che andrebbe cercata con l'arte. Però va bene anche quello, penso agli esperimenti di animazione geometrica al computer di John Whitney Sr. coi vari Matrix I, Matrix II, Matrix III negli anni Settanta, le varie permutazioni etc. E' arte anche quella? Secondo me sì, anche se l'approccio è completamente diverso da quello con cui si guarderebbe Tempi Moderni o Una storia vera (che, comunque, preferisco e preferirò sempre)

Lo sperimentalismo può a volte combinarsi con la poesia e l'emozione ma succede pochissime volte. Penso per esempio a quello che secondo me è il più grande film d'animazione di tutti i tempi, cioè Fantasia di Walt Disney, che nel 1940 era pura avanguardia (anche solo per l'audio stereofonico in un'epoca in cui tutti i film uscivano in mono) ma che anche oggi è una gioia per gli occhi e le orecchie da essere semplicemente fuori scala, una roba monumentale che sembra venire direttamente dal Paradiso



Cavolo, vorrei vederlo anch'io.
Comunque il film più bello che tratta quel periodo lì è Singin' in the rain, ma io ho un debole per i musical
Non voglio mettere al bando lo sperimentalismo, che apprezzo e ho apprezzato, quando però nasce da un'esigenza dell'artista di "raccontare" la sua verità, ossia qualcosa in cui crede più di se stesso.

Abbiamo scomodato la parola "arte", che probabilmente appartiene ad una percentuale molto, troppo piccola dei film in circolazione, tra mainstream e produzioni indipendenti.

Su Fantasia comprendo benissimo e condivido.
 
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